Il segmento testuale Massimo Mila è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 66Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 860
Brano: [...]del regime, preparando un risveglio delle coscienze che avrebbe cominciato a farsi sentire dagli anni Trenta. Non a caso i critici e i compositori direttamente legati al fascismo (da Alceo Toni ad Alberto Gasco, critico musicale della « Tribuna » e direttore artistico della radio di Roma, al già citato Lualdi) non fecero mai sentire la loro voce sul « Pianoforte » e sulla « Rassegna Musicale », lasciando ai Ronga, ai Parente e ai Pannain, poi ai Massimo Mila (v.), ai Mantelli e ai Bal
lo il compito di diffondere il loro messaggio di libertà spirituale, anche se di una libertà intesa solo come non ingerenza del regime nella sfera dell'arte e della cultura, idealisticamente considerate separate dalla vita.
Va tuttavia aggiunto che, più o meno vilipese e stroncate dalla critica ufficiale, alcune opere di musicisti stranieri contemporanei (Stravi nsky, Hindemith, Bartók, Milhaud, Honegger, Prokofiev) trovarono sporadica collocazione nei programmi concertistici almeno fino al 1935, anno in cui i freni divennero più stretti per la proibizione, ti[...] [...] Bartók, Milhaud, Honegger, Prokofiev) trovarono sporadica collocazione nei programmi concertistici almeno fino al 1935, anno in cui i freni divennero più stretti per la proibizione, tipicamente fascista, di eseguire musiche di autori appartenenti alle nazioni che avevano proclamato le sanzioni contro l’Italia.
Alla crescente brutalità del governo fascista cominciarono a contrapporsi apertamente i più consapevoli: nel 1935 il critico musicale Massimo Mila che aveva già conosciuto il carcere nel 1929, fu nuovamente arrestato e condannato. Quattro anni prima, Arturo Toscanini era stato protagonista di un clamoroso episodio: già interventista convinto ai tempi della Grande guerra e poi promotore della spedizione fiumana di D’Annunzio, il grande direttore d’orchestra subì l’affronto di essere schiaffeggiato da un gruppo di fascisti al Teatro Comunale di Bologna per essersi rifiutato di eseguire, prima del concerto, gli inni fascisti di prammatica. Da allora e fino alla caduta del fascismo Toscanini si rifiuterà
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 586
Brano: [...]aggior prestigio esistente in Italia, a Torino: vennero arrestati Sion Segre,. Leone Ginzburg, Barbara Allason, Carlo Mussa Ivaldi, Camillo Pasquali, Giovanni Guaita e molti altri. Il 6.11.1934 Segre e Ginzburg (che di fatto era l’esponente principale del gruppo) furono condannati a 4 anni di carcere ciascuno. Renzo Giua sfuggì all’arresto riparando in Francia. Ciò che rimaneva del gruppo torinese sopravvisse grazie all’attività di Michele Giua, Massimo Mila, Vittorio Foa, Alfredo e Giannetto Pere///, Vindice Cavali era, Piero Zanetti e pochi altri scampati alle retate fasciste, ma a loro volta individuati, arrestati e condannati poco più di un anno dopo.
Il principale strumento di propaganda del movimento divenne il settimanale Giustizia e Libertà.
« Giustizia e Libertà » settimanale
Il primo numero uscì a Parigi il 18.5.1934, dopo il fallimento di una pubblicazione dal titolo II giornale degli operai e dedicata ai problemi dei lavoratori, che Rosselli aveva iniziato nel marzo 1934, prima ancora di uscire dalla Concentrazione antifascis[...] [...]lia. Nel frattempo l’Ovra portava a compimento la nuova operazione, cui già si è fatto cenno, contro l’organizzazione giellista torinese. Con il concorso del noto scrittore alla moda Dino Segre [Pitigrilli], il 15.5. 1935 la polizia mise le mani sui superstiti esponenti del movimento clandestino. Deferiti al Tribunale speciale, furono condannati: Michele Giua e Vittorio Foa, a 15 anni di reclusione; Vindice Cavallera e Alfredo Perelli, a 8 anni; Massimo Mila, a 7 anni; Giannotto Perelli e Augusto Monti, a 5 anni. Oltre 200 persone furono coinvolte negli arresti e incarcerate per periodi più
o meno lunghi, tanto che l’operazione pose praticamente fine a quella che si può definire la « seconda organizzazione italiana » di G.L.. Da allora il movimento rimase confinato nei suoi nuclei all’estero.
Guerra di Spagna
La lotta armata antifascista in Spagna, provocata nel luglio 1936 dalla rivolta militare di Franco, riaccese in Rosselli e nei suoi compagni speranze che erano state attutite dalle vicende degli ultimi anni, specie dopo la costituzi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 577
Brano: [...]o Renzo (v.) proseguì incessantemente l'attività clandestina, compiendo anche viaggi in Francia per collegarsi con il gruppo giel lista parigino. Già sorvegliato dalla polizia, il 15.5.1935 venne arrestato, unitamente alla maggior parte degli esponenti torinesi del movimento, dietro delazione della spia dell'Ovra Dino Segre, mentre Renzo era nel frattempo emigrato in Francia. Tradotto il 27.2.1936 dinanzi al Tribunale speciale con Augusto Monti, Massimo Mila, il futuro genero Vittorio Foat Alfredo e Giannotto Perelli, Vindice Cavallera e Piero Zanetti, reagì con grande fierezza (nonostante l’angoscia per la sorte della moglie e dei due figlioletti rimasti in condizione di grave indigenza) e fu condannato a
15 anni di carcere.
Mentre scontava la detenzione, tra l'altro afflitto da gravi disturbi alla vista e tuttavia intento a proseguire la compilazione di un’importante opera scientifica, fu raggiunto dalla tragica notizia della morte di Renzo, volontario antifascista in Spagna. Successivamente la sorte
lo privò dell’altro figlio, Franco,[...] [...] agli studi prediletti, dei quali lasciò tangibile testimonianza in una decina di volumi compilati e circa cento opere di cui fu curatore. M.Gi.
Giua, Renzo
N. a Milano il 13.3.1914, caduto a Salamea della Serena in Estremadura (Spagna) il 17.2.1938; studente universitario.
Figlio di Michele (v.), allievo di Augusto Monti nel Liceo D’Azeglio di Torino e compagno di giovani destinati come lui a divenire figure note deN’antifascismo (come Massimo Mila, che gli fu amico particolarmente vicino), nel gennaio
1932 subì il primo arresto e l'internamento in una casa di correzione per attività antifascista che svolgeva collegato al gruppo torinese di «Giustizia e Libertà» (v.).
Nel marzo 1933, al compimento dei 18 anni, fu associato alle carceri di Regina Coeli, a Roma, e deferito al Tribunale speciale che però lo assolse per insufficienza di prove. Tornato libero, riprese l’attività antifascista finché (marzo 1934) la polizia non giunse a individuare l’intero gruppo giellista torinese e a procedere all'arresto di gran parte dei suoi compon[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 204
Brano: [...] sparse in tutta la penisola e prive di legami; prive
perfino di quell’orientamento organizzativo embrionale e spontaneo che gli altri partiti potevano ritrovare nella loro vecchia struttura prefascista. Frattanto uscivano dalle carceri o rientravano dal confino i protagonisti dell’attività di « Giustizia e Libertà » condannati negli anni dal 1931 al 1936: Bauer, Rossi, Fancello, Michele Giua, Alfredo Pere///', Luigi Scala, Vindice Cavallera, Massimo Mila, Augusto Monti, Vittorio Foa. Altri, come Mario Andreis, Franco Venturi, Duccio Galimberti, Giorgio Agosti, lavoravano intensamente a ricucire la trama dei contatti.
Nella Resistenza romana
In tale groviglio di difficoltà andavano formandosi, nell’estate del 1943, le organizzazioni politiche che tendevano a costituire una rappresentanza unitaria deH’antifascismo, per i compiti che le nuove condizioni prospettavano. A Roma, dopo le intese e le consultazioni comuni avvenute tra il luglio e l’agosto, si arrivò a quel comitato che il 9 settembre potè costituirsi ufficialmente come Comitato [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 186
Brano: [...]ata a proposito del Politecnico (v.) di Elio Vittorini, nella quale intervennero Felice Platone e Paimiro Togliatti. Non era facile a quest'ultimo, dinanzi al problema della libertà della cultura in un partito marxista, non risentire negativamente dell'influenza dello zdanovismo che, tra l’altro, gli fece stilare una feroce nota derisoria a commento di una importante mostra di arte astratta tenutasi a Bologna nel 1948; e rispondere al musicologo Massimo Mila, indignato per l’emarginazione sofferta in patria da Prokofiev e Sciostakovic, con una dichiarazione di assoluta fedeltà alle linee e alle direttive della politica culturale sovietica.
Comunque, ha scritto a proposito Paolo Alatri, « rispetto al grado di elaborazione del movimento comunista in tutto il mondo, nel pieno di una guerra fredda che paralizzava ogni iniziativa autonoma, col trionfo, per contraccolpo, di uno stalinismo non certo favorevole al libero sviluppo dell’elaborazione marxista nei diversi paesi, “Rinascita” offriva un esempio di quanto di meglio fosse possibile realizzare[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 88
Brano: [...]iugi furono rinviati con foglio di via obbligatorio a Cuneo, dove aprirono una bottega di legna e carbone, continuando la cospirazione antifascista.
In collaborazione con Carlo Bava e Giovanni Barale, per incarico del Partito comunista e del Soccorso Rosso Internazionale organizzarono l’espatrio clandestino di numerosi antifascisti, finché nel 1935 vennero arrestati con altri compagni comunisti e gi eli isti: Vindice Cavali era, Vittorio Foa, Massimo Mila ecc.. Dopo mesi di carcere a Roma (l’Aimo a Regina Coeli e Maria Renaudo alle Mantellate), furono deferiti al Tribunale speciale, ma entrambi furono assolti.
AH’indomani deU'8.9.1943 “Cloto” e Giasone (nome di battaglia di Giuseppe Aimo) parteciparono attivamente alla Guerra di liberazione, operando continuamente nel C.L.N. e a contatto con le formazioni garibaldine del Cuneese.
Dopo la Liberazione continuò a operare nel movimento democratico a Cuneo, a fianco del marito designato dal C.L.N. vicesindaco della città.
P.Bu.M.Ca.
Renaudo, Tommaso
Gino. N. a Borgo San Dal mazzo (Cu[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 691
Brano: [...]iori dello schieramento politico nazionale, minoritari per vocazione e per formazione, due erano i gruppi che facevano capo al « Ponte »: accanto al gruppo toscano, erede del problemismo salveminiano e del revisionismo rosselliano, di cui s’è già detto, va posta in rilievo la presenza di un sodalizio torinese, memore e cultore della « stagione » gobettiana, animato da Augusto Monti, Mario Fu bini, Dante Livio Bianco, Norberto Bobbio, Carlo Levi, Massimo Mila, Franco Antonicelli, Alessandro e Carlo Galante Garrone, Franco Venturi.
Procedendo affiancati, essi rappresentarono per un decennio circa un punto d’aggregazione di tutti coloro che non si riconoscevano nella polarità radicale indotta in Italia dallo scontro tra le due grandi potenze, e manifestarono ogni mese, sulle pagine del « Ponte », la protesta di una borghesia laica e illuminata contro l’autoritarismo e l’immoralità del prepotere democristiano. La loro opposizione culminò nella battaglia intrapresa per sventare nel 1953 il successo della «leggetruffa», la cui applicazione non scatt[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 485
Brano: Pavia
ebbe a Torino come professore di liceo l’antifascista Augusto Monti che lo introdusse nella cerchia dell’antifascismo torinese facendogli conoscere Norberto Bobbio, Massimo Mila, Leone Ginzburg, Vittorio Eoa.
Laureato in lettere con una tesi sul poeta americano Walt Whitman, che gli fu contestata dagli accademici fascisti dell’epoca, non volendosi iscrivere al P.N.F. Pavese si guadagnò da vivere dando lezioni private e traducendo dall’inglese testi di Sinclair Lewis, Herman Melville, Sherwood Anderson, James Joyce, John Dos Passos.
All’inizio del 1934, dopo l’arresto di Leone Ginzburg, fu chiamato dalla Casa editrice Einaudi (v.) a lavorare alla rivista « La Cultura ». Arrestato a sua volta nel maggio 1935 insieme a un gruppo di altri intellettuali antifascisti[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 864
Brano: [...]pallottola.
Nel 1970 il governo italiano ha conferito alla memoria del partigiano georgiano, simbolo della solidarietà antifascista internazionale, la medaglia d’oro al valor militare.
F.O.Z.
Mussa Ivaldi Vercelli, Carlo
Carletto. N. a Torino il 21.5.1913; laureato in ingegneria e in fisica.
Fin dal 1930 aderì al movimento di « Giustizia e Libertà », entrando a far parte del gruppo torinese guidato da Leone Ginzburg, Vittorio Foa, Massimo Mila, Renzo Giua. Fu tra i redattori e diffusori del periodico clandestino « Voci di Officina » e dei « Quaderni » giellisti.
Nel 1934 fu arrestato dall’Ovra e, nel novembre, assegnato a due anni di confino che trascorse a Volterra.
Rientrato a Torino, si mantenne in contatto con il movimento antifa
scista e nel marzo 1943 fu tra gli organizzatori degli scioperi contro la guerra. Ingegnere presso la società Microtecnica di Torino, presso la quale aveva costituito uno dei primi Consigli di fabbrica, scioperò egli stesso alla testa dei lavoratori dello stabilimento.
Fin dall’agosto 1943,[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 815
Brano: [...]1923 fu trasferito al Liceo « Massimo D’Azeglio » di Torino. Qui strinse amicizia con Piero Gobetti, prese a collaborare a « Rivoluzione liberale » e al « Corriere della Sera » di Luigi Albertini. Antifascista e ottimo insegnante, seppe guadagnarsi l’affetto e la fiducia dei suoi
Augusto Monti in una foto segnaletica fattagli nel carcere di Civitavecchia (1.3.1939)
allievi, tra i quali si ricordano Leone Ginzburg, Renzo Giua, Vittorio Foa, Massimo Mila, Giancarlo Paletta, Giulio Einaudi, Cesare Pavese. Con alcuni dei suoi allievi aderì al movimento di « Giustizia e Libertà » (v.).
Allontanato dall'insegnamento nel 1932 per la sua aperta opposizione al fascismo, fu arrestato nel 1934. Nel maggio 1935 fu nuovamente arrestato e deferito (con altri compagni del movimento giellista torinese) al Tribunale speciale che nel febbraio 1936 lo condannò a 5 anni e 1 mese di reclusione. Fu detenuto nel carcere di Civitavecchia.
Scampato alle ricerche dei fascisti durante i venti mesi della repubblica di Salò, alla Liberazione fu designato dal C.L.[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Massimo Mila, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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